Al via il Piano nazionale per l’educazione al rispetto
La Ministra Fedeli ha presentato il Piano nazionale per promuovere nelle scuole di ogni ordine e grado l'educazione al rispetto, per contrastare ogni forma di violenza e discriminazione e favorire il superamento di pregiudizi e disuguaglianze, secondo i principi espressi dall'articolo 3 della Costituzione italiana.
"Il lancio di questo Piano ci rende orgogliosi ed è particolarmente importante - ha spiegato Fedeli - perché il rispetto delle differenze è decisivo per contrastare violenze, discriminazioni e comportamenti aggressivi di ogni genere. Perché il rispetto include un modo di sentire e un modo di comportarsi e relazionarsi fondamentali per realizzare l'art. 3 della Costituzione, cui tutto il Piano si ispira. Perché la scuola deve, può e vuole essere un fattore di uguaglianza, protagonista attiva di quel compito - "rimuovere gli ostacoli" - che la Repubblica assegna a se stessa. Ascolto, dialogo, condivisione: il rispetto significa tutto questo, significa fortificare la democrazia, migliorare la qualità di ogni esperienza di vita, contribuire a far crescere condizioni di benessere per tutte e tutti"
Diploma in 4 anni: candidature entro il 13 novembre
Il Miur ricorda che le candidature da parte delle scuole secondarie di secondo grado per la sperimentazione di percorsi di studio in quattro anni dovranno essere presentate entro il 13 novembre prossimo. La sperimentazione coinvolgerà 1000 classi di Licei e istituti tecnici di tutta Italia.
Fino ad ora sono state 12 in tutta Italia le scuole che hanno sperimentato percorsi quadriennali sulla base di progetti di istituto autorizzati di volta in volta dal Ministero.
Il progetto della sperimentazione quadriennale prende le mosse dalla riforma dei cicli scolastici messa a punto dal Ministro Berlinguer nel 2000 - non entrata in vigore perché poi bloccata dalla Ministra Moratti - e successivamente ripresa dalla commissione di studio istituita nel 2013 dal Ministro Profumo, incaricata di elaborare delle proposte per abbreviare il percorso scolastico con lo scopo di far conseguire il diploma entro il diciottesimo anno di età. La Ministra Carrozza, nell’anno scolastico 2013/2014, autorizzò due progetti sperimentali proposti da due scuole che già avevano caratteristiche di forte internazionalizzazione: il San Carlo di Milano e il Guido Carli di Brescia. Da allora sono sempre state le scuole a fare richiesta a ‘sportello’ di sperimentazione quadriennale. Ora si procederà, appunto, con una sperimentazione a livello nazionale al termine della quale, nel 2023, i risultati dovranno essere discussi con tutti i rappresentanti del mondo della scuola e con i decisori politici.
Alternanza Scuola-Lavoro: piattaforma di gestione e a dicembre Stati Generali
Venerdì 13 ottobre gli studenti hanno manifestato contro l’alternanza scuola lavoro, che non li tutela nei loro diritti essenziali.
Nella stessa giornata il Ministro Fedeli aveva espresso il suo pensiero sulla tematica e annunciato una piattaforma di gestione e la convocazione degli Stati Generali per dicembre.
“L’alternanza scuola-lavoro è un’innovazione didattica importante – ha affermato il Ministro -. È uno strumento che offre alle studentesse e agli studenti la possibilità di acquisire competenze trasversali e consente loro di orientarsi con più consapevolezza verso il loro futuro di studi e lavorativo. L’alternanza è uno strumento in cui crediamo profondamente. Anche per questo, come Ministero, lavoriamo per elevare ulteriormente la qualità dei percorsi offerti, mettendo al centro, come ho ribadito il 10 ottobre in audizione in Parlamento, le nostre ragazze e i nostri ragazzi. Su questo punto garantiamo il massimo impegno e anche la massima fermezza di intervento in caso di situazioni in cui il patto formativo che sta alla base dell’alternanza sia violato, impedendo a studentesse e studenti di fare un percorso significativo, innovativo e di qualità. Stiamo mettendo in campo strumenti concreti che vanno in questa direzione e che ci consentiranno un costante monitoraggio e controllo perché la qualità formativa è decisiva”.
Esami Scuola Secondaria I Grado. Si cambia
La Ministra Fedeli ha firmato il decreto attuativo che disegna il nuovo Esame di Stato della scuola secondaria di I grado.
Queste le novità che andranno in vigore già dal corrente anno scolastico.
VALUTAZIONE NEL I CICLO - Le nuove modalità di valutazionemettono al centrol’intero processo formativo e i risultati di apprendimento, con l’obiettivo di dare più valore al percorso fatto dalle alunne e dagli alunni, e sono improntate ad una loro presa in carico complessiva per contrastare le povertà educative e favorire l’inclusione, attivando tutte le strategie di accompagnamento necessarie.
Sarà il collegio dei docenti a deliberare criteri e modalità di valutazione di apprendimenti e comportamento. I criteri saranno resi pubblici e inseriti nel Piano triennale dell’offerta formativa. Le scuole,per rendere più completa e chiara la valutazioneanche alle famiglie, dovranno accompagnare i voti in decimi con la descrizione del processo e del livello globale di sviluppo degli apprendimenti raggiunto.
FARE L'INSEGNANTE N.2/2017
Editoriale di Ivana Summa e Luciano Lelli
Parliamo ancora di competenze...
Frugando tra documenti di varia natura – appunti, fotocopie, libri, materiali reperiti nel web – ci è capitato di gettare lo sguardo su un saggio di Jerome Bruner che, come dice la nostra rubrica, è un maestro del passato che parla al presente. E, infatti, il grande pedagogista ci regala la seguente riflessione: «Parlare di competenze è parlare di intelligenza nel senso più ampio, del sapere come piuttosto che del sapere cosa. La competenza presume in effetti l’azione, la modificazione dell’ambiente come adattamento a esso».
Lasciamo ai nostri lettori la riflessione su questa affermazione che chiama in causa il concetto stesso di intelligenza che, nella sua poliedricità, si manifesta concretamente quando è in grado di fronteggiare – modificandolo con la propria capacità di adattamento – il contesto di vita in cui si è chiamati ad agire.
Una prima considerazione è la seguente: la competenza, dunque, non esiste senza l'azione intesa in tutte le sue manifestazioni, da quelle pratiche e concrete a quelle astratte e teoriche; agire è il sapersi servire di ciò che si è appreso attraverso lo studio e l'esperienza. La competenza, ovviamente, si riscontra allorché l'azione non è intrapresa come mera ripetizione meccanica di una procedura, ma in quanto viene guidata dal soggetto che intende risolvere un problema elaborando una risposta adeguata. E questa è una differenza essenziale perché un conto è l'esercizio passivo e un altro è quello attivo. Insomma, per comprendere la natura stessa della competenza (o, meglio, delle competenze) è necessario focalizzarsi sul rapporto tra pensiero ed azione, tra ciò che si conosce e ciò che si mette in moto per servirsene, combinando il sapere e la creatività.
CONVEGNO A ROMA
“I GIOVANI E LA STORIA”: UN’ ESPERIENZA DI ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO
Venerdì 20 Ottobre 2017
Presso Casa madre A.N.M.I.G., (Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra)
Piazza Adriana, 3, Roma
I “nativi digitali imparino a impugnare correttamente la penna
Altro che smartphone, agli studenti bisogna insegnare a impugnare correttamente la penna e scrivere in corsivo.
A distanza di qualche settimana dalla proposta di lanciare l’uso dello smartphone in classe a sostegno della didattica e dell’apprendimento, col patrocinio della ministra dall’istruzione, c’è chi ha pensato che, invece, sarebbe meglio insegnare ai cosiddetti “nativi digitali” come si impugna correttamente la penna.
Vigilanza. Docente responsabile fuori della scuola se previsto da Regolamento d’Istituto
La scuola è responsabile di un incidente ad un alunno fuori dall’edificio, in quanto gli insegnanti hanno l’obbligo di accertarsi sia che i bambini siano saliti sul bus sia di attendere i genitori se in ritardo. Con sentenza n. 21593/2017 la Corte di Cassazione è intervenuta in merito all’incidente avvenuto fuori dalla scuola e nel quale è morto uno studente di 11 anni. Il tribunale di Firenze, al quale si erano rivolti i genitori del bambino, aveva dichiarato l’autista del bus, il comune e la scuola corresponsabili dell'incidente, condannandoli a risarcire per il danno subito, il padre, la madre e il fratello della vittima. La Corte d’Appello aveva confermato la sentenza ridefinendo le somme del risarcimento riconosciute in primo grado, rigettando la richiesta di appello del Ministero dell’istruzione.
Il Dirigente scolastico non può sospendere il personale docente
Con sentenza 189/2017 del 29 giugno 2017 il Tribunale di Novara ha accolto il ricorso di un insegnante al quale il dirigente scolastico aveva inflitto la sospensione di un giorno dal servizio. Il provvedimento disciplinare è stato annullato facendo riferimento al T.U. sul pubblico impiego, che limita la competenza del dirigente scolastico a infrazioni di minore gravità.
Sabatini denuncia: la Scuola ha smesso di insegnare l’Italiano”
In un lungo intervento sul “Corriere della Sera”, Francesco Sabatini, presidente onorario dell’Accademia della Crusca, ha evidenziato i mali dell’istruzione, che ignora il ruolo della lingua italiana nello sviluppo cognitivo.
Dopo un intervento appropriato sulla incapacità degli studenti universitari di redigere la tesi o anche una tesina in un italiano accettabile, Sabatini si sofferma sulla incongruenza del nostro sistema d’istruzione che, pur proclamando l’italiano come disciplina centrale e trasversale per tutti gli studi, in realtà non lo coltiva abbastanza.
Fedeli: Da ottobre tavolo contro i “furbetti” della 104
In una lettera inviata al “Corriere del Veneto”, per rispondere alle lamentele prodotte dal caso di un supplente/avvocato che, chiamato da un istituto di Bassano del Grappa, dopo aver firmato il contratto, ha inviato certificato medico così da non presentarsi mai in classe, la Ministra Fedeli ha annunciato la costituzione di una “task force” per contrastare il fenomeno di quanti ricorrono illecitamente alla legge 104.
Concorso Dirigenti scolastici. Pubblicato il Regolamento in GU
Ci siamo. Il Regolamento che definisce le nuove modalità di selezione per il reclutamento dei dirigenti scolastici è in Gazzetta Ufficiale. Ripartono, quindi, le procedure di assunzione con le quali si pensa di abbattere il fenomeno delle reggenze. Oggi sono 6.792 i dirigenti scolastici in servizio, 1.189 i posti vacanti, 1.748 le reggenze, tenendo conto anche di scuole sottodimensionate e dei distacchi (comandi) presso altre amministrazioni o sindacali. Il 68,2% dei dirigenti in servizio è una donna, il 31,6% ha più di 60 anni (un dato comunque in calo rispetto al passato), l’età media è di 55,6 anni.
Concorso dirigenti. Fedeli: lunedì 18 data di pubblicazione del Regolamento
Forse ci siamo. Lunedì 18 settembre si dovrebbe conoscere la data di pubblicazione del regolamento del tanto atteso concorso per dirigenti scolastici. Lo ha annunciato la stessa Ministra Valeria Fedeli in un dibattito sulla scuola nell’ambito della festa del PD di Reggio Emilia. “Il concorso dei dirigenti scolastici – ha detto - è un altro degli elementi importanti del nostro impegno: non si fa da sei anni.”
Smartpfone in classe: si accende il dibattito
La Ministra ha espresso il proprio favore, perché – ha dichiarato in una intervista a “La Repubblica” – “è uno strumento che facilita l’apprendimento, una straordinaria opportunità che deve essere governata. Se lasci un ragazzo solo con un tablet in mano è probabile che non impari nulla, che s’imbatta in fake news e scopra il cyberbullismo. Questo vale anche a casa. Se guidato da un insegnante preparato, e da genitori consapevoli, quel ragazzo può imparare cose importanti attraverso un media che gli è familiare: internet. Quello che autorizzeremo non sarà un telefono con cui gli studenti si faranno i fatti loro, sarà un nuovo strumento didattico".
Fedeli: Se sulla Riforma abbiamo tutti contro, qualcosa abbiamo sbagliato
Nell’ambito del dibattito sulla scuola, tenuto durante la Festa dell’Unità di Reggio Emilia, la Ministra Fedeli ha espresso il proprio parere sulle molte critiche che hanno investito la legge della Buona Scuola, riconoscendo che errori di fondo devono essere stati fatti: “Non si può avere investito risorse e assunto 100mila persone e avere tutto il mondo della scuola contro: evidentemente qualcosa dobbiamo avere sbagliato. Io penso che una delle ragioni è che quando si vogliono fare dei cambiamenti, bisogna coinvolgere gli interlocutori con un confronto vero sugli obiettivi e sulla qualità della proposta. Nel momento in cui tu condividi l’obiettivo è molto più facile trovare i punti di sintesi”.