Le norme vigenti sulla valutazione: dalle disposizioni all’attivazione
di Maria Rosaria Mazzella
Il senso più autentico del Regolamento per il Sistema Nazionale di Valutazione, introdotto dal D.P.R. 80 del 28.03.2013, va essenzialmente rintracciato nell’intento di alimentare nelle comunità scolastiche un orientamento a superarsi attraverso la condivisione di processi di ricerca riflessivi e pro-attivi, piuttosto che un cambiare per non cambiare generativo di ‘prodotti’ definiti ex ante e applicabili in maniera acritica e standardizzata in tutte le realtà scolastiche, magari al solo scopo di adempiere le più recenti disposizioni legislative in materia. L’assunzione di un tal genere di prospettiva, infatti, impedirebbe alle singole scuole di impattare efficacemente una sfida di miglioramento degli esiti ancora in fieri, perpetuando quelle logiche autoreferenziali e retoriche del formalmente dichiarato già registrate nel decennio di attuazione dell’Autonomia Scolastica e che, di fatto, hanno ostacolato l’evoluzione strategica e virtuosa di stadi organizzativi idonei a favorire il passaggio dall’autonomia all’accountability e alla rendicontazione con valore sociale.
Sicuramente questi ritardi - culturali prim’ancora che gestionali/ strumentali - rappresentano oggi un decisivo e inderogabile nodo da sciogliere: le riforme della pubblica amministrazione, la definizione di traguardi attesi a livello nazionale (Indicazioni Nazionali 2012), la Legge 107/2015 e gli standard di riferimento del Sistema Nazionale di Valutazione, unitamente ai più sentiti interessi delle famiglie e delle parti sociali verso la qualità del servizio erogato, indurranno sempre più le scuole a materializzare il valore pubblico nella produzione di risultati di apprendimento oggettivamente validi per gli studenti e, più in generale, per la società.