“Nun so’ bono!”... o della strategia di apprendere dai propri limiti
di Anna Uttaro
Una scuola da inventare
Durante l’anno scolastico appena trascorso ho avuto la fortuna di lavorare in un CPIA che mi ha permesso di fare contemporaneamente due diversi tipi di esperienze di riflessione: svolgere sia la funzione strumentale per la ricerca, sperimentazione e sviluppo in ambito della didattica del primo periodo (finalizzato all’esame conclusivo del primo ciclo), sia quella di tutor di un docente neoassunto. In entrambi i casi, si è trattato di esperienze che mi hanno dato la possibilità di poter applicare quella pratica del “professionista riflessivo” (Schön, 1999) da due punti di vista. Da una parte, la sperimentazione immersiva dell’azione didattica, confrontandomi con una collega attraverso la pratica in aula del peer to peer; da un’altra, la riflessione e studio - ex ante, in itinere ed ex post - a più ampia scala, dell’organizzazione e attuazione della didattica nei corsi di primo periodo di tutte le sedi del CPIA.