Ambienti di apprendimento e tipologie dell’inclusione
di Luciano Lelli
Certe parole o locuzioni (e la concettualità ad esse sottesa) necessitano di tempi propizi, che per ragioni non sempre esplicabili intervengono, per entrare in scena, per diventare di uso diffuso. È il caso della locuzione «ambiente di apprendimento» che al momento della prima (probabilmente) apparizione in scena “normativa” (nei Programmi Didattici1985 per la scuola primaria, con la formulazione «ambiente educativo di apprendimento») non suscitò reazioni particolarmente accalorate e neppure allorché, attorno agli stessi anni, la dizione venne analiticamente argomentata.
Dalla ripresa della stessa nelle Indicazioni Nazionali per il Curricolo 2012, alla formula ha arriso una inedita fortuna, tuttora persistente e di positiva caratura, perché essa fornisce un apprezzabile contributo alla ricerca e al rinnovamento concreto della didattica.