Competenze, titoli di studio, occupazione giovanile
di Gian Carlo Sacchi
La modernità ha coniugato in maniera diretta formazione e lavoro, conferendo alla scuola il ruolo di ascensore sociale. Da un lato allo sviluppo economico e tecnologico erano necessarie maggiori competenze, non solo come performance professionali, ma anche sul piano dell’organizzazione produttiva e delle relazioni sociali, e, dall’altro, si è cercato di integrare l’attività manuale con quella intellettuale.
Ad insistere sul primo aspetto è stato porre in relazione lo studio con la posizione sociale ed il guadagno mentre il secondo, più che da valori educativi, è stato sospinto dall’evoluzione dei saperi e dalla capacità di far fronte alla realtà sempre più complessa. Nella nostra cultura, infatti, è ancora largamente presente il dualismo tra lo studio e il lavoro, che sembra condurre a due condizioni umane e sociali diverse,tanto che si vuole utilizzare il primo per liberarsi dal secondo. E, ancora oggi, questa distinzione/contrapposizione è presente nelle scelte di molte famiglie per i percorsi scolastici dei loro figli, ma anche di tanti docenti in cui prevale l’investimento sul cognitivo lasciando l’operativo come seconda opportunità.