La poliedricità formativa della narrazione

di Carmen Russo

“Nel frattempo, a casa Malussène… i bambini hanno mangiato, hanno sparecchiato, si sono smazzati i piatti, si sono lavati, hanno infilato i pigiami e ora sono seduti sui letti sovrapposti, con le pantofole dondolanti nel vuoto e gli occhi fuori dalle orbite… Il vecchio Risson racconta tutte le sere alla stessa ora e, appena attacca a parlare, la cosa diventa più vera del vero. Nel momento stesso in cui lui si piazza al centro della stanza, seduto dritto sul suo sgabello, con l’occhio acceso, aureolato dall’incredibile criniera bianca, a diventare altamente improbabili sono i letti, le pantofole, i pigiami e le pareti della stanza…” Daniel Pennac, La fata carabina.

Noi umani raccontiamo storie, seppur con strumenti e modalità differenti, sin dalla notte dei tempi. Attualmente, per l’attività della narrazione, soprattutto in ambito didattico, ci si serve dell’ausilio di tecnologie digitali. In tal modo, si arricchiscono le storie narrate attraverso l’utilizzo di video, di immagini e di audio garantendo un buon grado di coinvolgimento emotivo. Prescindendo dall’uso delle nuove tecnologie, la narrazione rappresenta in ambito didattico una metodologia preziosa per lo sviluppo cognitivo e personale del soggetto che apprende.

 

    Leggi nella rivista n° 6 2017/2018 pag 16 ...    

 

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