Fare l’insegnante in carcere
di Lia Pensabene
La prima volta che ho insegnato in un carcere non è stata una mia scelta, ho accettato una supplenza annuale al CTP di Ariano Irpino che comprendeva una classe di terza media nella scuola carceraria e un’altra al centro Eda (ex scuola serale).
Nella prima classe i miei studenti, maschi, dai 18 ai 60 anni circa, erano condannati per furto, rapine a mano armata, spaccio di droga, assassinio ed altro. Nella seconda, la maggioranza era composta da giovani suore provenienti dallo Shri Lanka e dalle Filippine, c’era poi una badante polacca, una musicista albanese, solo due italiani: una cuoca che ci viziava con squisiti dolci e un meccanico, quest’ultimo molto intimorito dalla presenza di tante donne tra cui era nato un forte legame di solidarietà ed amicizia, malgrado la grande diversità culturale, sociale e linguistica.