Senza por tempo in mezzo, il Consiglio di classe riflette sul da farsi…
di Mimosa Crestani
Continuo l’analisi di caso avviata nel numero precedente.
È chiaro che Ab ha problemi di autostima e disagio interiore che lo demotivano e che manifesta attraverso il suo comportamento.
Per chi fa l’insegnante ma non è un insegnante, per chi bada solamente a ciò che appare a prima vista, è fin troppo facile dire che il ragazzo è svogliato, maleducato, che non ha alcuna possibilità di riscattarsi uscendo dalle difficoltà di una vita troppo difficile e inadatta a lui, arrivando ad affermare addirittura che è poco intelligente.
Per non lasciarlo solo con la sua sofferenza, servono molta buona volontà e molta pazienza: solo così si può ottenere il massimo da lui, senza dimenticare mai che lo scopo finale e più importante non è la realizzazione personale degli insegnanti, ma la sua resa scolastica, che potrebbe dargli la possibilità di affrontare meglio le difficoltà della vita e sarà completa soltanto se egli riuscirà a superarla.