Percorsi di istruzione degli adulti: come valorizzare e valutare le competenze

di Maria Grazia Accorsi

Sappiamo che si apprende non solo a scuola. Nei documenti europei, con un puntiglio forse eccessivo, vengono distinti contesti di apprendimento formali, non formali e informali, ribadendo l’equivalenza dei saperi ‘comunque e ovunque appresi’. Il ‘riconoscimento’ (cioè l’attribuzione di valore istituzionale o sociale) alle competenze – in qualunque contesto, appunto, esse siano maturate – è un diritto delle persone, per mettere in visibilità e valorizzare il proprio ‘patrimonio’ in funzione della mobilità geografica, formativa e professionale. Entro il 2018 i Paesi membri sono invitati ad adottare un sistema nazionale universalistico di certificazione delle competenze.

La grande attenzione rivolta in Europa alla istituzione di servizi rivolti alla valorizzazione delle competenze trova la sua ragione d’essere nelle funzioni attese dall’emersione e convalida dei saperi delle persone acquisiti anche al di fuori dell’istruzione e formazione formale, ovvero nelle differenti esperienze di vita e di lavoro o durante attività di volontariato, per favorire l’occupazione, contrastare la disoccupazione giovanile, aumentare la coesione sociale, tanto più in un momento storico contraddistinto da mobilità di massa.

 

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