Individualizzare l’apprendimento tra emozioni e relazioni
di Feldia Loperfido e Giuseppe Ritella
Entrando in classe, ogni mattina, ci troviamo di fronte a situazioni molto variegate. Magari ci sono alcuni studenti al primo banco che ci seguono, partecipano alla lezione e studiano tutti i pomeriggi. Altri che, per un motivo o per l’altro, durante la nostra ora cercano di svignarsela passando mezz’ora in bagno. Altri ancora che ci provano, che si impegnano, ma proprio nella nostra materia hanno difficoltà. Altri si comportano in modo aggressivo o totalmente passivo, tanto che sono fisicamente presenti ma è come se non ci fossero. Altri hanno situazioni particolari, che abbiamo già definito come Bisogni Educativi Speciali (BES). Questa situazione in molti casi è vissuta dai docenti con grande difficoltà: il docente è uno solo, come può contemporaneamente prendersi cura di tutti i suoi studenti, se si comportano in modi così diversi tra loro, se apprendono in modo diverso, se sono motivati da cose diverse? In questo articolo vogliamo affrontare due aspetti che possono aiutare i docenti in questo arduo compito, puntando sulla diversità degli studenti come una risorsa per l’apprendimento. Proveremo, a costo di ipersemplificare, a spiegare queste idee con un approccio molto pragmatico, utilizzando esempi concreti.